Uscendo dalla Chiesa del Seminario e attraversando il piazzale retrostante si arriva all’Edificio “Venanzina Pennesi” dove, accanto alle raffinatissime sculture lignee del Quattrocento, possiamo ammirare il busto in bronzo del pontefice Urbano VIII realizzato da Gian Lorenzo Bernini. Precedentemente esso era conservato presso il palazzo comunale, commissionato dalla Municipalità di Camerino nel 1643, per tramite di Angelo Giori nativo di Camerino che ascese alla porpora cardinalizia. L’opera è una delle prove più convincenti del Bernini ritrattista: il volto segnato del Pontefice, le guance cadenti, lo sguardo a inseguire pensieri lontani, rivelano la straordinaria capacità introspettiva del Bernini che rinuncia ad ogni elemento del ritratto ufficia le per orientarsi verso un registro familiare e intimo di grande sensibilità.
Meritano una sosta i due superbi dipinti di Valentin de Boulogne, il più originale e drammatico dei caravaggeschi francesi, databili intorno al 1629 e provenienti dalla sacrestia della chiesa di Santa Maria in Via, probabilmente commissionati proprio dal cardinal Giori. Un ritratto rappresenta il San Gerolamo collocato in un ambiente dai forti contrasti chiaroscurali dove la luce sembra provenire a fascio radente da sinistra ed è reso dall’artista con una materia pittorica leggera, stesa per velature che danno trasparenza e rilievo alla figura stagliata sul fondo scuro. L’altro raffigura San Giovanni Battista che l’artista atteggia in un gesto declamatorio per comunicare un sentimento di nobile grandezza, attenuato dal delicato posarsi dell’altra mano sulla nuca dell’agnello. E’ senza dubbio un dipinto poetico come si denota dalla delicatezza degli accordi cromatici nel manto e negli incarnati e soprattutto nel volto intenso e luminoso.
(Testi a cura di Barbara Mastrocola)
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